Editoriali precedenti

Ad Arnaldo Ballerini. In memoriam.

Arnaldo Ballerini è stato un illustre rappresentante ed autore della corrente europea della Psichiatria fenomenologica. Ha conosciuto e lavorato con i maggiori esponenti di questo indirizzo, da Alfred Kraus a Gerd Huber, da Wolfgang Blankenburg a Kimura Bin, dei quali ha introdotto, in Italia, il pensiero e le opere. 

Il debito di noi allievi, nei suoi confronti, è letteralmente incalcolabile.
A partire dagli anni Novanta del Secolo scorso, ci ha raggruppati intorno a lui, con fervore, rompendo un isolamento ed una marginalità decennali. Per nessuno, come per Arnaldo, vale il verso dantesco : “Raunai le fronde sparte”. Ha fondato, nel 1994, la prima Società Italiana per la Psicopatologia Fenomenologica, da cui sono nati congressi, pubblicazioni, corsi. Indimenticabile il suo magistero a Figline Valdarno, dove, per quasi venti anni, Arnaldo Ballerini, vero genius loci, ha aperto le porte della sua casa a generazioni diverse di giovani psichiatri e psicologi, che affluivano da tutta Italia per apprendere da lui l’arte di incontrare gli ammalati, amandoli nei loro mondi, senza temere i loro inferni.
Ma il suo slancio è andato anche oltre la Psicopatologia Fenomenologica tradizionale. Nel 2010, in un’età alla quale per molti altri è più che dignitoso il riposo, ha fondato, con i suoi allievi più stretti, la Scuola di Psicoterapia Fenomenologica di Firenze, riconosciuta dal MIUR nel 2015, forzando un limite storico ed epistemologico, di fronte al quale tutti i suoi maestri e colleghi avevano segnato il passo.
Ma di Arnaldo, al di là della grande statura clinica e scientifica, a chi lo ha conosciuto, da amico, da paziente, da allievo, rimangono la straordinaria umanità, l’ironia, pungente e mai graffiante, la conversazione brillante, gli orizzonti vastissimi della sua cultura, le domande irrispondibili, la gioia di vivere la vita in tutte le sue accezioni, l’entusiasmo appassionato, l’infaticabilità, lo sguardo, sempre aperto alla speranza. 

Grazie Arnaldo, di cuore, per tutto quello che hai fatto per ognuno di noi, per tutta l’immensa e difficile eredità che ci hai lasciato. Ti porteremo nel cuore e sarai vivo, accanto e dentro di noi. Ogni volta che incontreremo un paziente, ci domanderemo tu cosa ne pensi. Ad ogni discussione teorica, ci domanderemo la tua posizione; ogni volta che parleremo di Fenomenologia, utilizzeremo le tue parole e ci arrampicheremo sui tuoi concetti. Grazie, di essere rimasto così vivo dentro di noi, in un dialogo senza fine, aperto, anche al futuro di coloro che verranno, ai quali non smetteremo mai di raccontare come tu vedevi, come tu sentivi, come tu vivevi e come tu ci trasmettevi l’infinita bellezza del mondo. 

Gilberto Di Petta
Chiesa della SS.Annunziata
Firenze,22 settembre 2015

La direzione psicopatologica.

La varietà delle diverse anime della psicopatologia non ha consentito sin ora di creare scuole unificate, ma solo movimenti e “percorsi di lettura”. Per il loro spessore critico e culturale i contributi delle diverse correnti della psicopatologia fenomenologia 
Ovviamente questo processo non può sempre avere la stessa, talora insostenibile, intensità, e quindi nella pratica ha sofferto di attese, interruzioni, cedimenti a prassi più convenzionali, abituali, codificate e reificate. Protocollari.
La psicopatologia fenomenologica invece si è costituita in un corpo eterogeneo di conoscenze, ignorando le quali si può correre il rischio di ridurre la psichiatria a un sapere “mindless” (A. Ballerini). La conoscenza della psicopatologia fenomenologica favorisce il riconoscimento della presenza di presupposti epistemici molteplici e differenziati alla sofferenza mentale, evitando ogni cristallizzazione teorica riduzionistica e dottrinale. Come concludono Gross e Huber (1993), “Noi abbiamo bisogno della psicopatologia fenomenologica, in accordo all’assioma: “First things first”. Non c’è psicopatologia, non c’è psichiatria e forse nemmeno possibile psicoterapia, senza questa considerazione, preoccupazione, questa “cura” dell’esperienza interna dell’uomo, paziente e curante, psicopatologo. E’ grazie alla privilegiata attenzione alle esperienze interne della persona così come alle modalità costitutive della presenza umana che la psicopatologia fenomenologica può rappresentare una sorta di lingua comune, di koiné, della psichiatria nelle sue diverse declinazioni, dalla descrittiva a quella terapeutica (Arnaldo Ballerini).

Singolarmente antica suona allora l’osservazione di John Strauss che ha scritto: “Ci sono molte cose che i pazienti stanno tentando di dirci sulla loro esperienza soggettiva e che sistematicamente non riusciamo ad ascoltare”. Ecco, è questo “ascoltare (…) l’esperienza soggettiva” il punto zero, ma anche il punto di partenza di ogni approccio tendenzialmente fenomenologico, che del resto ogni Servizio di Psichiatria che funzioni realizza (certo in modo diversificato) nella prassi quotidiana, mettendo da parte ogni riduzione, pretesa esplicativa ed ogni teoresi assolutizzante.

La ricerca attuale. Neuroscienze e psicoterapia fenomenologica.

Negli ultimi anni si è assistito ad un significativo, sorprendente e fruttuoso avvicinamento dei metodi fenomenologici ad alcune acquisizioni delle neuroscienze e delle scienze neurocognitive, tanto che è stata coniata la dizione di “neurofenomenologia”. 
Ulteriore e non trascurabile ragione dell’interesse per la psicopatologia fenomenologica è la sua capacità di far emergere in modo profondo  i fondamenti di ogni prassi psicoterapeutica: la sfera empatica e dialogica dell’afferramento eidetico, la disposizione all’accoglimento incondizionato dell’altro secondo i modi propri dell’incontro io-tu e dell’illimitata apertura al senso delle esperienze psicopatologiche appaiono infatti i momenti fondativi di ogni psicoterapia non comportamentale e non manipolativa. Partendo dal concetto principe di epoché, quella del paziente e quella dello psicopatologo, dai movimenti prassici e mimetici dell’empatia, spogliata delle sue significazioni più banali, la psicopatologia fenomenologica appare come base imprescindibile, punto di partenza e d’arrivo di una psicoterapia che si sappia fare indagine sull’uomo, dell’uomo e del suo mondo, di quello dello psicopatologo. Alla ricerca non di nuove e creative diagnosi ma delle sproporzioni, dell’obliquo, del sentire obliquo che in fondo è solo umano. Indagine sulla persona, la persona dello psicopatologo e del paziente. Perché non è strada, quella che si fa da solo.

Le nostre direzioni di ricerca

Siamo convinti la Psicopatologia Fenomenologica possa mantenere la propria vitalità e utilità puntando verso alcune direzioni di ricerca:

Piuttosto che mirare al tradizionale incasellamento nosografico, mirare alla individuazione di ordinatori psicopatologici di livello superiore, tali da ampliare l’orizzonte in cui si colloca la ricezione dei singoli fenomeni che vengono sussunti in un contesto più ampio, che rappresenta in definitiva una donazione di senso al singolo fenomeno;

La definizione di possibili terreni di incontro e di articolazione con la ricerca di ordine biologico, incontro che è difficile possa avvenire sulla base di quadri nosografici convenzionali.

Apertura al mondo delle tossicodipendenze sospendendo i pregiudizi e gli atteggiamenti moralistici

Psicopatologia fenomenologica e psicoterapia: propedeutica o cos’altro? Contribuire a porre le premesse teoriche affinché l’atteggiamento fenomenologico favorisca un approccio psicoterapico al mondo delle psicosi e delle personalità abnormi.

Dobbiamo dunque augurarci che la curiosità, lo spirito di osservazione, la capacità di avvicinarsi alla persona, restino fondamentali per la prassi psichiatrica, ed in questa direzione il progetto della Psicopatologia può portare un decisivo contributo, fatto come è di tensione conoscitiva ed assieme di pazienza e di attesa, di tolleranza alle domande che continuamente si presentano nell’ascolto dei mondi psicopatologici, resistendo alla tentazione di sovrapporre stereotipi precostituiti all’esperire dell’Altro

Congressi , Simposi e Seminari

In questi anni, la Società ha promosso e realizzato una grande quantità di iniziative nazionali e internazionali:
Si ricordano:

“Il senso della psicopatologia” – Firenze, 1996.

“Paradigmi di riferimento in psicofarmacologia. Nosologia o psicopatologia?” – Napoli, 1997.

“I servizi di psichiatria hanno ancora bisogno della psicopatologia?” – Reggio Emilia, 1997.

“La rabbia e il furore: dalla storia all’antropologia” – Città di castello, 1997.

“La dimensione negativa della schizofrenia” – Firenze, 1998.

“Percorsi di vita o percorsi di malattia? I disturbi di personalità nella pratica dei servizi” – Reggio Emilia, 1999.

“Madness, Science and Society. Florence, Renaissance 2000” – Firenze, 2000. Firenze, 2002.

“L’area borderline. Fenomenologia e terapia”. IV congresso Nazionale Società Italiana per la Psicopatologia – Abano Terme (Pd), 28.10.2006.

Dall’anno 2000 la Società Italiana per la Psicopatologia organizza un corso residenziale di psicopatologia, oggi arrivato all’undicesima edizione, frequentato negli anni da centinaia di giovani psichiatri e psicologi e tenutosi per le prime edizioni a Pistoia e da qualche anno a Figline Valdarno (Fi). I programmi dei primi tre anni:

Sul comprendere Psicopatologico
I Corso Residenziale di Psicopatologia Fenomenologica

17 e 18 Novembre 2000 SUL COMPRENDERE PSICOPATOLOGICO

26 e 27 gennaio 2001 PSICOPATOLOGIA E NOSOGRAFIA

23 e 24 Febbraio 2001 LA PSICOSI NASCENTE

30 e 31 Marzo 2001 IL DELIRIO

27 e 28 Aprile 2001 L’AUTISMO

Sul comprendere Psicopatologico
II Corso Residenziale di Psicopatologia Fenomenologica

1 e 2 Febbraio 2002 MALATTIE, TIPI,MODELLI DI REAZIONE IN PSICHIATRIA

8 e 9 Marzo 2002 DELIRIO E SCHIZOFRENIA

12 e 13 Aprile 2002 IL “VERO” E IL “FALSO” NELLA CATEGORIA DISTURBI DI PERSONALITA’

10 e 11 Maggio 2002 CORPO E CORPOREITA’ IN PSICOPATOLOGIA

7 e 8 Giugno TEMPORALITA’ E PSICOSI AFFETTIVE

Sul comprendere Psicopatologico
III Corso Residenziale di Psicopatologia Fenomenologica

21 e 22 febbraio 2003 IMMAGINI DELLA FOLLIA E SAPERE PSICHIATRICO

7 e 8 marzo 2003 ANAMNESI E NARRAZIONE

4 e 5 aprile 2003 ANGOSCIA, PANICO, FOBIE

30 e 31 maggio 2003 DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’

19 e 20 settembre 2003 LUOGHI E TEMPI DELLA CURA

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